Storie di ripartenza e di unione artistica


È di questi giorni la notizia che la sfilata di Valentino Act Collection avverrà al Piccolo di Milano, una decisione inusuale che riporta la luce su due mondi creativi che, in questo periodo, stanno vivendo dei momenti davvero difficili a causa di questo distanziamento sociale. Un distanziamento fisico che può essere colmato con internet e grazie alle piattaforme social che attraverso la divulgazione di contenuti unici che usano un linguaggio semplificato ed universale, sono validi strumenti con cui colmare questo gap sociale. La sfilata di Valentino avverrà all’interno di questa celebre istituzione culturale, solitamente popolata da un pubblico reale e tangibile che, stavolta, potrà offrire il proprio contributo, tramite commenti, condivisioni o like virtuali. Spetterà, dunque, a spettatori invisibili, perché virtuali, rendere questa collezione, questo spettacolo sui generis vivo e vibrante. 

In pochi minuti, in quanto una sfilata di moda dura circa 10 minuti, un tempo molto limitativo rispetto ai classici standard performativi, avverrà uno spettacolo teatrale dove i protagonisti non saranno professionisti del settore bensì modelle chiamate a fluttuare in questi spazi vuoti, tempio, in un passato prossimo, della cultura performativa. Questa scelta, si legge in una nota divulgata dalla maison, mira a sostenere le attività teatrali fortemente colpite dalla chiusura dettata dall’attuale situazione pandemica. Un esempio di collaborazione che ha nella storia e nella ricerca di queste due istituzioni il loro tratto d’istintivo, due esempi reali e concreti simbolo di un’idea Made in Italy, in quanto atto creativo che ha i suoi punti di forza nelle caratteristiche italiane. 

Made in Italy o italian landscape, questi sono i due termini chiave che ben identificano i punti di forza del patrimonio culturale, materiale ed immateriale nazionale, un vasto bagaglio che ha uno dei suoi apici di successo nella moda, fare creativo che ha reso l’Italia unica nel mondo. Per questo motivo è utile recuperare questo immenso bagaglio sociale, storico ed artistico così da reinterpretarlo e riadattarlo a problemi attuali, ne è esempio la ricerca di Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della maison Valentino, che in questi momenti di distacco umano sta intraprendendo una ricerca sul concetto stesso di umanità, di diversità e di individualità in quanto valore di unicità. Ne è esempio la sfilata Haute Couture della maison, tenutasi all’interno della Sala Grande della Galleria Colonna, spazio lussuoso senza tempo, progettato e disegnato da menti eccelse che hanno reso unico il nostro paese. Seguendo questo fil rouge, tipicamente artistico, ben si possono comprendere i capi presentati da Pierpaolo Piccioli, come capi che trovano il loro apice di riscontro in una visione della vita che ha come filosofia di base l’idea di esaltare un lusso della semplicità, un linguaggio tipicamente italiano che ha da sempre contraddistinto la cultura, i modi e i costumi italiani. Un’idea che ben si rispecchia nei capi senza tempo che rendono la differenza di genere un concetto puramente ideologico, quasi un limite sociale, superabile attraverso un nuovo lusso della semplicità che non pone differenze fra sesso e genere, fra identità e culture differenti. Infatti, in uno spazio senza tempo anche questi concetti vengono meno e di conseguenza prevale un’idea di unicità personale, in quanto siamo esseri umani in continua evoluzione e, di conseguenza, anche di definizione. Un’evoluzione che ha nei principi rinascimentali il suo punto di partenza, così da ricordarci l’importanza della nostra mente pensante e delle capacità elaborative e progettuali attuabili grazie alla mano, in quanto estensione corporale che esegue e nobilita i nostri pensieri. 

Un ragionamento squisitamente classico che ha oggi, più che mai, il suo apice di riscoperta e di ridefinizione. Di conseguenza non ci resta che scoprire il prossimo tassello di questa evoluzione umana creata e rappresentata durante le sfilate della maison Valentino. 


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