Comportamenti tabù

 È permesso ridere di fronte ad un’opera d’arte oppure ci sono dei comportamenti tabù che è necessario evitare all’interno di un’istituzione culturale? 

Ora chiudete gli occhi e pensate ad un quadro divertente, sicuramente ne avrete visto almeno uno nell’arco della vostra vita. Io vi parlerò del ritratto della Marchesa di Caballero realizzato da Goya. Un’opera satirica che vuole illustrare, nei minimi dettagli i lustri e gli inganni estetici di una società sfarzosa e opulenta. Goya era il pittore della corte spagnola, un artista assai ambito e richiesto dai nobili di quegli anni perché in grado di cogliere i pregi ed i difetti di qualsiasi personalità gli si presentasse di fronte. A Goya non interessava il livello sociale del modello o della modella che si sedeva di fronte a lui, il suo spirito creativo voleva cogliere le luci e le ombre della realtà reale spagnola di quegli anni.

Vi basti guardare il ritratto della Marquesa di Caballero per comprendere che l’artista non ha mai voluto abbellire o snaturare le persone ritratte bensì restituirle alla storia offrendone una copia fedele alla versione originale. La Marchesa di Caballero ne è un esempio eclatante perché raffigurata non secondo canoni estetici imposti dalla società del tempo bensì nella sua naturalezza e spontaneità. Ciò che più colpisce della satira di Goya sono i dettagli di cui è ornata questa nobile. Uno sfarzoso cerchietto da cui spunta una ciocca di capelli che dolcemente si posa sul suo viso, un imponente collier che si appoggia sul pizzo dell’abito, due braccialetti posti su entrambi i polsi ed, infine, un delicato ventaglio in una mano mentre l’altra racchiude un piccolo oggetto in acciaio. Questi dettagli preziosi, ben evidenziati dall’artista, racchiudono un pensiero tipico di quegli anni, secondo cui lo status sociale e l’opulenza di costumi e di accessori potessero donare bellezza alla persona che indossa queste ricchezza. Un’idea che contrastava con i principi di Goya, propenso ad un animo romantico, perché portatore di valori sociali basati sull’uguaglianza e sulla bellezza dell’animo umano, sentimenti riscontrabili in tutte le sue opere pittoriche. 

Sentimenti, quelli romantici, che contrastavano con quelli dei regali spagnoli, dunque come conciliare la necessità di lavorare a corte pur seguendo i propri principi di vita, basati sull’onestà e sulla correttezza? Semplice, beffeggiandosi della società e raffigurandola nel suo animo più oscuro, evitando canoni di bellezza prestabiliti ma attendendosi unicamente alla realtà dei fatti. Diversi sono i ritratti eseguiti da Goya per la corona spagnola, e solo i protagonisti più giovani, ovvero i fanciulli, saranno raffigurati con valenze positive. Secondo Goya solo i più piccoli risultavano essere puri e candidi, in quanto liberi ed incoscienti delle malvagità e delle più profonde ombre dell’animo umano.  

A questa visione celestiale ben si contrappone l’opera che ha come protagonista la Marquesa de Caballero, in quanto ogni dettaglio di quest’opera suscita in qualsiasi spettatore un sentimento di scherno e di satira, facendo apparire così un abbozzato sorriso sul viso dell’osservatore. Vi sentireste a vostro agio a compiere questo gesto entro le mura museali? Eppure solo così facendo potreste cogliere e capire l’intento di questa opera d’arte, simbolo di una satira sociale tipica del suo autore.


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