etimologicamente “Sottosópra”


In questo ultimo giorno festivo che ci porta alla lenta conclusione del periodo natalizio, ecco che mi ritrovo sulla pagina della Treccani a ricercar il significato etimologico della parola sottosópra, l’unico termine che mi viene in mente per descrivere la sontuosa bellezza di questi ultimi primi giorni dell’anno trascorsi nella città eterna.  

Certo potrei qui soffermarmi sulle meraviglie che i miei occhi hanno potuto osservare, descrivervi nel dettaglio i singoli particolari che hanno reso unici al mondo, alcuni dei capolavori visibili a  Roma, ma preferisco soffermarmi su un gioco esperienziale, lasciandovi, così, immaginare una vostra percezione di tali bellezze. 

Bene, dove eravamo rimasti, ecco il concetto di sottosópra e di come esso venga definito etimologicamente. Il primo punto si sofferma su una totale ambiguità del senso di percezione degli spazi in quanto la parte superiore sembra rovesciata nella parte inferiore, così facendo l’individuo perde la sua normale percezione dello spazio, almeno così come lo aveva concepito sino ad allora. Roma ben rende questa illusione prospettica essendo una città costruita su dei colli la sua stessa pianta urbanistica e gli stessi monumenti che la costellano si caratterizzano di un continuo movimento che oscilla tra salita e discesa. Lì dove sembra di essere in cima si può godere invece la più bella vista sulla parte più storica, che emerge lì ai nostri piedi basta solo incamminarsi, quasi come se ci si stesse addentrando al centro della terra. Allora via a scendere a ritroso nel tempo abbandonandosi il presente alle spalle e discendendo verso le sontuose rovine romane che sorgono ai nostri piedi ma una volta arrivati ecco che dobbiamo rivolgere il nostro sguardo verso l’alto perché tali rovine nascono dalla profondità della terra ma culminano ad altezze ben superiori all’attuale superficie terrestre. Ecco che la nostra cervicale si scosta ora indietro ed ora in avanti e ci si ritrova sommersi in uno stato confusionale in cui antico, presente e futuro si fondono, così come la stessa percezione dello spazio inferiore e superiore. 

Pronti ad essere catapultati nel secondo stadio descritto dalla Treccani, perché un sentimento di disordine e di scompiglio ci attornia la mente e ci porta a ripensare la percezione della vita e dello spazio vissuto sino ad allora. Notate bene che questa condizione, nonostante la sua descrizione, porta con sé delle eccezioni positive, eccovi alcuni esempi utili a rincuorare il vostro spirito. Avete presente quello strano sentimento di stanchezza misto ad agitazione ed emozione che vi può cogliere solo nelle città eterna? Vi pongo un esempio, siete a cena con alcuni amici, del posto, e nonostante la stanchezza le vostre gambe continuano a camminare imperterrite perché dietro ogni angolo si possono nascondere delle gemme nascoste e perché perdersele per un po’ di stanchezza, vi sarà la notte a cullarvi e portarvi ristoro. Si vive inebriati da un continuo stadio di eccitazione perenne quasi si facesse parte di una continua caccia imperterrita alla ricerca delle varie sfumature che la bellezza può assumere. Certo se siete accompagnati da degli amici o conoscenti del luogo scoprire il percorso più breve per ammirare tali gemme è più dolce e più semplice, per gli altri non basti che chiedere indicazioni e la risposta è pronta che servita: “prosegua sempre dritta e si troverà davanti a lei…”, quale meraviglia avete pensato?  

Allora via invece a scoprire l’ultimo significato della parola sottosópra: condizione di grave turbamento, sconvolgimento e agitazione. L’ultima etimologia ha in sé una connotazione simile alla precedente ma caratterizzata da una visione più negativa ed ombrosa. Se si pensa alla negatività di sicuro il primo colore che vi verrà in mente sarà il nero, una cromia con cui ci si imbatte spesso per Roma, lungo l’arco della giornata e nelle più disparate situazioni atmosferiche, vi basterà soltanto osservare i numerosi monumenti, le architetture o le sculture. Se vi soffermate ad osservare il celebre cupolone sarete inebriati da una calda luce che vi riempirà il cuore, ma basta spostarvi verso la sua ombra per notare l’ampiezza della macchia nera che tale edificio staglia lungo lo spazio circostante. Sempre restando in luoghi sacri alla città bisognerà che osserviate il continuo gioco di luci e di ombre che si genera verso sera nel Ghetto di Roma. Lì dove una densa urbanizzazione ha portato le vie a rinchiudersi, rendendosi sempre più minuscole ecco che il sole ci abbandona al buio della sera ed alle luci artificiali delle mille attività commerciali. Dulcis in fundo, muovendoci sempre più a ritroso nel tempo ecco che possiamo cogliere lo sconvolgimento di Giordano Bruno, un frate filosofo del Seicento arso vivo in nome delle sue idee rivoluzionarie, che oggi osserva dal buio del suo abbigliamento le luci della vita notturna che vivono sotto di lui nell’animato Campo de' Fiori.

Ecco che questo strano stato emotivo mi porta a rischiarire i limiti ed i confini della realtà immaginata in precedenza, invitandomi a ripensare il presente ed il futuro in un unicum dove non vi è un vero e proprio senso prospettico perché pronti a vivere sottosópra.


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