Che cos'è la multidisciplinarietà?

In questo momento il settore culturale sta vivendo una brutta battuta d’arresto, protrattasi da diversi mesi. Per questo motivo pochi mesi fa è stato istituito un tavolo di incontro, dove hanno partecipato i direttori di alcuni musei nazionali. Un confronto che ha fatto emergere un punto nodale: il museo così come lo concepivamo, nell’era pre-covid non potrà più esistere perché le sue funzioni dovranno aggiornarsi, al fine di divenire un tutt’uno con la società. Da questa considerazione nasce l’idea di comunicare e divulgare la disciplina artistica nella sua trasversalità, anzi nella sua multidisciplinarietà. Un termine intrinseco di buoni propositi, che può avere un reale riscontro sociale solo se applicato a tutte le arti visive, soprattutto a quelle quotidiane, come il design, in quanto usufruibile giornalmente dalla società.

Un esempio di multidisciplinarietà contemporanea, così da rendere questo concetto un po’ più chiaro. 

Molti conoscono David Hockney, pittore britannico che ben ha saputo illustrare pittoricamente attimi che durano frazioni di secondo, ne è esempio il suo dipinto più celebre intitolato “Splash”. Ebbene Hockney ha saputo reinterpretare la pittura, ai tempi della fotografia, cogliendo istanti e immortalandoli in opere uniche, non ripetibili ma durature nel tempo. A questo suo contributo pittorico bisogna aggiungere il suo impegno nel divulgare e coniugare diverse forme artistiche, in quanto è stato protagonista attivo nella realizzazione di sfondi teatrali, davvero inusuali e unici. Ne è esempio l’operazione avvenuta nel 1992, quando Hockney ha sviluppato le scenografie della  Die Frau Ohne Schatten ( La donna senz’ombra) messa in atto alla Royal Opera di Londra. L’artista britannico ha concepito per questa opera teatrale delle scenografie assolutamente rivoluzionarie, al passo coi tempi moderni e, soprattutto, veramente colorate e vivaci, nonostante il rosso regnasse sovrano. Questo suo contributo permette di aggiornare una pièce teatrale sviluppatasi a partire dal 1917. È qui naturale interrogarsi su quanto il mondo si sia modificato in questo lasso temporale e quali fatti storici sono avvenuti durante questi anni, considerazioni che non vanno ignorate ma anzi bisogna analizzare e studiare al fine di saper essere contemporanei. Queste constatazioni ci portano ad analizzare la necessità reinterpretativa di tali opere d’arte. Opere che a loro volta si sono evolute e si sono trasformate, in quanto il pubblico si è modificato e di conseguenza anche le sue stesse esigenze. Questo lasso temporale e questi nuovi bisogni artistici, che si possono definire come nutrimenti culturali, possono essere colmati solo grazie all’unione delle arti visive, ovvero dalla capacità di coniugare nuovi costumi, scenografie e metodi comunicativi in grado di rendere l’opera teatrale attuale. Si noti che nonostante David Hockney abbia modificato e reso più attuale gli aspetti visivi e comunicativi di questa opera teatrale il suo contenuto rimane invariato, anzi, solo così facendo i suoi frammenti letterari possono avere un maggior riscontro e vibrazione nel pubblico spettatore.  

Forse voi vi chiederete come mai questo esempio sia fondamentale al fine di descrivere la necessità di parlare di un fare creativo trasversale e multidisciplinare. La risposta risiede nella temporalità, nella necessità di disporre di un’arte pittorica, scenografica, sonora e di costume che parli alla nostra società. Secondo gli antichi greci il presente non esisteva e dunque la loro vita si basava su due tempi differenti: il passato ed il futuro. Questo divario temporale è lo stesso dell’arte multidisciplinare, un fare creativo che studia e affonda le sue radici nel passato nonostante il suo consumo e la sua divulgazione avvenga nel futuro. Un tempo incerto che segnerà il nostro passaggio sulla Terra, sottolineando il vero contributo che abbiamo infuso alla nostra società. 



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